Vudu Bestseller 2015, 12.000 copie vendute in Italia. Marco Valtriani, co-autore insieme a Francesco Giovo, ci racconta curiosità e segreti di questo divertentissimo gioco da tavolo!
Chi sei?
Mi chiamo Marco Valtriani, classe 1980. Mi occupo di giochi e di game design.
Come molti nati negli anni ’80 ho sempre giocato molto (sia da tavolo che “digitalmente”). Mi sono avvicinato al mondo del game design qualche anno fa, inizialmente in modo un po’ goffo cimentandomi con un paio autoproduzioni (e imparando molto di quello che non bisogna fare quando si progetta un gioco), poi studiando e creando giochi in modo sempre più consapevole anche se, perdonami la frase fatta, non si smette mai d’imparare. E meno male, visto che imparare cose nuove è molto divertente.
Al momento ho una decina di giochi all’attivo (il decimo è i Racconti del Libro della Giungla, in uscita a ottobre) più qualche espansione, ho collaborato allo sviluppo di diversi giochi di altri autori.
Com’è nato Vudù?
L’idea di base Vudù non è mia, è di Francesco Giovo, un autore che conosco ormai da quasi dieci anni. L’idea è nata nel 2011, se non ricordo male dopo che Francesco aveva sbattuto il mignolo in un comodino producendosi in una lunga sequenza di maledizioni. Ci sono un sacco di giochi in cui maghi serissimi si sfidano a colpi di palle di fuoco; quello che volevamo fare noi, invece, era un gioco in cui gli incantesimi fossero decisamente meno epici ma comicamente più realistici di “infliggi sei danni al mago avversario”. Un gioco in cui le magie avessero effetti diversi da “numeri”, non su elementi del gioco ma direttamente sui giocatori. Creare le maledizioni è divertente anche per noi, per cui svilupparlo è stato tutto meno che faticoso, nonostante dalla prima versione le meccaniche siano state testate, limate e riprovate un sacco di volte. Anzi, ne approfitto per ringraziare di nuovo i playtester, che si sono sottoposti a infinite vessazioni: in questo caso la frase “nessun playtester è stato maltrattato per realizzare questo gioco” non possiamo proprio usarla…
Come ti spieghi il successo di Vudù?
Quando si pensa a un gioco, è normale associarlo all’autore o agli autori. Che hanno, indubbiamente, il merito di aver pensato l’idea di gioco, e di aver in larga parte sviluppato il gioco a livello di gameplay. Ma dietro a un gioco di successo – e ancor di più dietro a una linea di giochi di successo – c’è innanzitutto una squadra che funziona. Vudù è quello che personalmente definisco una splendida alchimia. La meccanica base, ossia la gestione dei dadi, è nata da un brainstorming con Federico Dumas, che ha curato l’editing. Ed è impossibile pensare a Vudù senza che vengano in mente le splendide illustrazioni di Guido Favaro, a partire dalla riconoscibilissima copertina. Ma non è tutto qui: Vudù è stato presentato con anteprime e interviste, è costantemente supportato da espansioni, carte promo e iniziative in fiera, e all’uscita contava già sulla solida rete distributiva di Red Glove, che garantisce ai giochi un’immediata visibilità all’interno dei negozi al momento del lancio. insomma, Vudù è il frutto di un ottimo lavoro di squadra.